Ghirba - Biosteria della Gabella

CINQUANTA FOTOGRAFI IN VIA ROMA PER FOTOGRAFIA EUROPEA


Alla Lavanderia Vanna in via Roma 1/d, prima o poi l’amore arriva. Dite un numero e la foto arriverà lungo il nastro trasportatore, appesa a una gruccia assieme ad abiti e cappotti. Un solo numero, un solo attimo per svestirla e osservarla.

Le foto che corrono lungo il nastro trasportatore della lavanderia rappresentano in chiave simbolica lo spazio e il contesto in cui siamo immersi tutti ogni giorno, dove tutto fluisce velocemente e in cui le cose belle si confondono tra le altre. È la continua ricerca di qualcosa che ci abbracci e ci rassicuri, che ci prenda per mano o ci guardi negli occhi. Ci fermiamo un attimo e siamo convinti di averla trovata, ma spesso è qualcosa di sfuggente e più fragile di noi.

Quale storia racconta la tua mostra? 

La mostra racconta qualcosa di ognuno di noi, è la ricerca spensierata ma timida di qualcosa che rassicuri. Un abbraccio,uno sguardo o una sorta di emozione che passa anche attraverso l’altro. L’aspettativa quasi fanciullesca di qualcosa o qualcuno che si prenda cura di noi,che nonostante giunga improvvisamente dopo un lungo tragitto fatto di ripide salite e discese, è troppo fragile per concedersi e restare,così tanto da nascondersi e sfuggire.

Via Roma può essere in qualche modo una finestra verso altri mondi?

Non sono di Reggio Emilia,ma ho avuto modo di visitare Via Roma qualche settimana prima dell’allestimento della mostra e la sensazione che ho avuto fin da subito è stata quella di sentirmi molto a mio agio, forse per il fatto che mi piace molto viaggiare,mi è sembrato come di attraversare realmente altri mondi e altre culture. Anche un negozio sfitto risulta affascinante tanto quanto una negozio di parrucchiera afro o l’androne di un palazzo intravisto di passaggio. Il tutto è così integrato da risultare quasi come una mini città che si sviluppa per il lungo.

Qual è il tuo rapporto con la fotografia?

Fotografo per passione e questo mi consente di dedicare grande amore e tempo ad ogni scatto. Fotografare per me non è solo l’attimo dello scatto,ma anche tutto ciò che avviene prima: non parto mai impreparata e prima di tutto fotografo nella mente quello che voglio realizzare,poi arriva la ricerca della location, del soggetto, fino alla scelta della luce migliore. Tutto questo per me rappresenta un momento esclusivo,di ricerca che delinea un percorso personale che si completa anche grazie anche all’ispirazione e al confronto con altri fotografi, talvolta scoperti per caso ad esempio sul web e talvolta in qualche libro di un mercatino sperduto.

Ci racconti la tua esperienza da fotografo?

La mia esperienza nasce circa dieci anni fa in maniera del tutto naturale, prendendo una macchina fotografica in mano e iniziando a scattare. Non ho una formazione nel settore,ma ho eseguito tutto da autodidatta, imparando l’ABC attraverso i manuali d’uso delle macchine fotografiche e scattando il più possibile. A questo ho aggiunto il mio gusto personale e tutto ciò che attraverso i miei occhi voglio trasmettere.

Qual è il tuo fotografo di riferimento?

Anni Leppäläe Elene Usdine per le scelte stilistiche ,mentre Vivien Maier per la genialità di ogni suo scatto.

Sandra Lazzarini fotografa per passione da circa dieci anni. Negli ultimi anni la sua produzione fotografica si è orientata verso la ricerca di uno stile personalissimo e curioso in cui sono presenti essenzialmente figure femminili,spesso autoscatti, che porgono le spalle o col volto coperto,ma sempre immerse in una dimensione sospesa tra l’assorto e l’abbandono, in cui i gesti risultano incompiuti o acquietati da qualcosa di appena trascorso. Le sue foto sono pubblicate su diversi magazine online e cartacei sia nazionali che internazionali. Vive e lavora a Forlì.

Orari speciali: 15-16/5 mattina e pomeriggio. Domenica 17 maggio le foto si spostano nella lavanderia a gettoni (andate in via Roma 46/d ). Fino al 23 maggio durante apertura negozio.